martedì 27 gennaio 2009

Borse: "effetto yo-yo"


Bilancio giornaliero quasi alla pari per i principali indici di Piazza Affari,che con un colpo di reni hanno recuperato nell'estremo finale le perdite iniziali.

Nel pomeriggio le principali borse del vecchio continente hanno subito l'effetto yo-yo di Wall Street, che ha ripreso colorito dopo aver accusato un tracollo sulla fiducia dei consumatori di gennaio ai minimi storici.

Dal fronte valutario l'euro risulta in calo nei confronti del biglietto verde a 1,3161, dopo l'exploit della mattinata in scia alla pubblicazione del dato relativo all'indice IFO tedesco. L'indicatore, anticipatore delle condizioni economiche dell'intera Eurozona, è salito a gennaio a 83 punti dagli 82,6 precedenti, risultando ben al di sopra del consensus che, anzi, indicava un ulteriore deterioramento.

In netto calo il prezzo del petrolio, con il Wti a 43,5 dollari al barile.

Piazza Affari conclude gli scambi con il Mibtel in flessione dello 0,13% e con l'S&PMib in calo dello 0,33%. Riescono a passare sopra la parità il Midex +0,53% e l'AllStars +0,37%.

Regina della seduta l'Espresso, con un progresso superiore all'11%. Bene anche agli altri titoli della galassia De Benedetti, che ieri ha annunciato di voler lasciare la presidenza di Cir, Cofide e M&C oltre allo stesso Espresso, dopo l'approvazione del bilancio 2008.Tra gli altri editoriali soffre Seat, dopo che l'assemblea ha approvato la proposta di aumento di capitale in via scindibile fino a 200 milioni. Tonici invece Mediaset e Mondadori.

Tra i maggiori rialzi si inserisce Stm, in attesa dei conti del quarto trimestre e fine anno, che verranno diffusi stasera a mercati USA chiusi.
A due velocità le banche, con Mps ed Intesa in gran forma. In lettera invece UBI Banca ed Unicredit. Offerti gli assicurativi, in particolar modo Alleanza e Generali. In controtendenza Unipol.

Motore ingolfato per la Fiat, in attesa delle decisioni del Governo sugli aiuti di Stato in agenda domani.

In fondo all'S&P/Mib Finmeccanica, con una perdita di quasi il 4%.Negative, ma sopra i minimi, Eni ed Enel.Sull'intero listino brilla Safilo, con un progresso di quasi il 10%. Il socio di riferimento Only 3T ha dichiarato di aver avviato contatti con alcuni potenziali partner ma ha precisato che la situazione è in fase negoziale e che allo stato attuale non è stato concluso alcun accordo.

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giovedì 22 gennaio 2009

Piazza Affari in retromarcia... insieme a Fiat

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Giornata di sofferenza per Piazza Affari, che archivia le contrattazioni odierne con cali superiori al punto e mezzo percentuale. La borsa italiana aveva aperto questa mattina con un certo ottimismo, smorzatosi all'uscita della trimestrale di Fiat che ha zavorrato il principale listino. I guadagni sono stati cancellati con un colpo di spugna a metà seduta.
Ma i listini milanesi hanno avuto il colpo di grazia dopo l'apertura in calo ed una continua flessione della borsa d'oltreoceano.
I mercati a stelle e strisce, dopo la prestazione brillante di ieri, inciampano sui dati macroeconomici usciti prima dell'avvio delle contrattazioni, continuando la discesa dopo una serie di trimestrali americane deludenti.
Dal fronte valutario l'euro scivola nei confronti del dollaro. Il cambio tra la moneta unica ed il biglietto verde si attesta a 1,2956.
Doccia fredda sul prezzo del petroli, che scambia a 41,31 dollari al barile in calo del 5,01%. Oggi sono state diffuse negli USA le scorte settimanali di greggio, che hanno registrato un incremento di 6,1 mln di barili.
L'indice Mibtel archivia gli scambi con un ribasso dell'1,56% a 13883,
l'S&P/Mib con un -1,78% a 17369
il Midex con un -1,72% a 16294 punti.
L'All-Star con un -1,04% a 8256 punti.
Grande protagonista della giornata ancora una volta il titolo Fiat che è crollato del 14,55% a 3,80 euro, scivolando sotto i minimi pluriennali. Il gruppo del Lingotto ha presentato risultati contrastanti sul quarto trimestre e sull'intero esercizio. Inoltre la società automobilistica ha annunciato il dividendo solo sulle azioni di risparmio ed il fermo del piano di buyback. A zavorrare ulteriormente il titolo dell'azienda torinese anche un outlook molto prudente ed il maxi indebitamento. La società, in una nota a parte, ha anche smentito le voci di aumento di capitale, circolate sulla stampa, o di finanziamento per fusione con altre imprese del settore automotive.
Giornata negativa anche per Autogrill, che arretra dell'8,47%.
In lettera le banche . Unicredit cede oltre 5 punti percentuali, Banco Popolare arretra del 3,65% circa, MPS fa peggio con un -4,05%. Tiene Intesa Sanpaolo che avanza dello 0,23%.
A singhiozzo le telecomunicazioni , con Fastweb che balza del 3,99% e Telecom Italia che mostra un +0,85%. Tiscali, invece zavorra il Midex . In un settore telefonico che risente anche del warning della British Telecom, la compagnia sarda affonda del 17,88%, scontando le incertezze per la vendita degli assets britannici ed un giudizio negativo di Citigroup. La banca d'affari ha infatti confermato una raccomandazione "sell" e decurtato il Target Price a 0,15 euro.
In ordine sparso i petroliferi , con Eni sale dello 0,49%, Tenaris arretra dello 0,66%, mentre Saipem scivola di circa 2 punti.Finmeccanica mostra un rialzo frazionale dopo che la controllata Ansaldo STS ha annunciato stime preliminari, che secondo il CdA della stessa società confermano il raggiungimento delle previsioni a suo tempo comunicate.
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lunedì 19 gennaio 2009

Piazza Affari in rosso, pesano le banche

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Piazza Affari chiude le contrattazioni vestendosi di rosso nella giornata in cui Wall Street continua il suo lungo week end per la festività del "Martin Luther King Day".

La borsa milanese che, ad inizio giornata aveva mostrato un certo ottimismo, azzera i suoi guadagni, a metà seduta, trascinata al ribasso dalle deboli stime formulate dalla UE, che vedono un Pil in contrazione dell'1,9% per l'Area Euro quest'anno.

A pesare ulteriormente sui listini italiani anche il pessimo andamento del settore bancario sulla scia delle perdite stimate dalla britannica Royal Bank of Scotland, che a Londra oggi è scivolata di oltre il 60%.

Dal mercato valutario l'euro s'indebolisce nei confronti del dollaro. Il cambio tra la moneta unica ed il biglietto verde è in calo dell'1,54% a 1,3145.

Mentre il prezzo del petrolio viaggi sotto i 35 dollari al barile e precisamenta a 34,52 usd/b.

Il Mibtel scivola dell'1,35% a 14535 punti, lo S&P/Mib cede l'1,80% a 18367 punti. Giù anche il Midex che mostra un calo dell'1,69% a 16.806 punti, mentre l'All Stars mostra un calo più contenuto dello 0,51% a quota 8.571.

Prevalenza di rosso nel principale listino. Crollano le banche. con Banco Popolare che scivola del 6,92% posizionandosi in coda al listino, seguono Unicredit che arretra del 6,81% ed Intesa Sanpaolo che flette di oltre 3 punti percentuali. Giù anche Banca Pop di Milano e Banca MPS che mostrano cali superiori al 3%.

In retromarcia la Fiat, che chiude con un -4,88%. Le quotazioni del titolo del Lingotto hanno toccato un minimo intraday a 4,35 euro per azione, quando mancano solo tre giorni alla pubblicazione dei conti trimestrali. Le azioni del titolo automobilistico oggi sono scivolate al di sotto del titolo annuale minimo che si collocava a 4,60 euro per azione.

Doccia fredda sui petroliferi, che vedono Tenaris e Saipem scivolare rispettivamente dell'1,47% e dell'1,78%. Si veste di rosso l'Eni che mostra cali frazionali.

Buona la seduta per Parmalat, che avanza del 2,12% e Prysmian e STM che guadagnano entarmbe l'1,22%

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giovedì 15 gennaio 2009

Giù le Borse Europee... nonostante la BCE

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Piazza Affari archivia la seduta odierna in territorio negativo nel giorno tanto atteso in cui la Bce ha tagliato i tassi d'interesse di mezzo punto, portandoli al 2%.

La giornata già da questa mattina non è iniziata sotto i migliori auspici per gli indici milanesi, che all'apertura già mostravano cali frazionali. La borsa italiana ha continuato a perdere terreno trascinata al ribasso anche da Wall Street, che già aperta in rosso, sta continuando a viaggiare verso sul sentiero delle vendite.

Contrastati i dati macroeconomici provenienti dagli Stati Uniti:
- scesi nel mese di dicembre i prezzi alla produzione in America.
- salgono invece, più delle attese, le richieste dei sussidi settimanali alla disoccupazione.
- scende a gennaio l'indice Empire State (che misura l’attività manifatturiera nell’area di New York), questa volta il dato è migliore delle attese che avevano stimato una discesa più marcata.
-migliora invece il PHILLY FED di gennaio (che misura l’attività manifatturiera nella regione del Mid-Atlantic statunitense) rispetto al mese precedente.

Sul mercato valutario l'euro si mostra debole nei confronti del biglietto verde. Il cross eur/usd staziona a quota 1,3097 dollari, nel giorno del taglio dei tassi della BCE. Nella conferenza stampa che illustra i motivi della decisione, il presidente della banca Centrale europea Jean-Claude Trichet, ha commentato, "La Bce sta anticipando un ulteriore deterioramento della congiuntura economica'', aggiungendo: "Per la politica monetaria sara' molto importante la riunione del board della Bce in calendario a marzo".

Scivola il prezzo del petrolio che viaggia in ribasso a sotto i 35 usd/b, a 34,91 dollari al barile in ribasso del 6,30%.

L'indice Mibtel archivia gli scambi con un ribasso dell'1,44% a 14526
l'S&P/Mib con un -1,92% a 18402
il Midex con un -1,09% a 17046 punti
l'All-Star con un -0,85% a 8513 punti.

Prevale il rosso sui titoli guida.
Brusca frenata per la Fiat dopo che ieri è stato nominato Sergio Cravero al posto del dimissionario Luca De Meo. A zavorrare il titolo del Lingotto anche la notizia che Moody's Investors Service ha annunciato oggi di aver posto sotto osservazione il rating di Fiat, a lungo (Baa3) e a breve termine (P-3), in vista di un eventuale downgrade.

Lettera per le banche. In caduta libera Unicredit che perde oltre 5 punti pagando le difficolta' generali che stanno attraversando i mercati. Perde quota il Banco Popolare che cede il 4,64%. Giù anche Intesa Sanpaolo che mostra cali superiori a due punti.

Si indeboliscono i petroliferi con Eni che cede quasi un punto percentuale insieme alla controllata Saipem, mentre resta indietro Tenaris che arretra di oltre il 3%. Fra gli altri energetici, tonica l'Enel che sale di circa un punto e Terna che avanza frazionalmente. Nel Midex balza di quasi oltre tre punti Edison dopo che, attraverso la sua controllata Edison International S.p.A ha sottoscritto oggi il contratto di assegnazione della concessione off shore di Abu Qir in Egitto a favore di Edison che si è assicurata i relativi diritti di esplorazione, produzione e sviluppo.

Tra i pochi titoli in rialzo, Finmeccanica avanza dell' 1,91% e si colloca in cima al principale paniere. Tra le altre richieste, anche Parmalat che mostra un rialzo frazionale.


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mercoledì 14 gennaio 2009

Borsa: cola a picco...

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Brutta giornata per Piazza Affari che cola a picco insieme al resto del Vecchio Continente, anche se i listini milanesi, nonostante i pesanti cali hanno mostrato più resistenza rispetto alle altre piazze europee.
La giornata in realtà iniziata sulla scia degli acquisti, è continuata via via scemando e perdendo quello sprazzo positivo, che aveva visto la borsa di Milano aprire con il segno più.

Grandi protagonisti della giornata, i titoli legati al settore bancario, i quali dopo il profit warning lanciato da Deutsche Bank che ha previsto conti in perdita nel quarto trimestre, sono scivolati trascinando gli indici nel rosso più profondo.Dopo l'apertura in flessione di Wall Street, che al momento continua a perdere terreno la borsa di Milano ha accelerato al ribasso.

Dal fronte macroeconomico statunitense i dati della giornata non hanno aiutato a risollevare le sorti dei mercati già depressi:
- scivolano le vendite al dettaglio del mese di dicembre
- crollano i dati sui prezzi delle importazioni
- le statistiche relative alle scorte industriali di novembre sono in discesa
- il consueto report settimanale sulle scorte di greggio mostra un incremento, che fa scivolare il prezzo del petrolio. Il contratto di febbraio sul light sweet crude oil, infatti, scambia a 36,58 dollari al barile con un decremento del 3,10%.

Sul mercato valutario, l'euro è piatto nei confronti del biglietto verde, mentre si attende domani la decisione della BCE sui tassi.

Tra gli indici milanesi, il Mibtel archivia la seduta in flessione del 3,16% a 14.738 mentre lo S&Pmib cede il 3,56% a 18.763 punti. Rosso anche il Midex che cede il 2,57% a 17.234 punti l'AllStars chiude in calo del 2,12% a quota 8.856.

Tra i titoli guida, il settore bancario è in profondo rosso con Unicredit la peggiore in calo di oltre 7 punti percentuali. Pesanti perdite vengono accusate anche da Banco Popolare che cede il 6,92% . Tra gli altri istituti, cedono oltre il 2% Intesa Sanpaolo, mentre Ubi Banca cede il 5,07%. Perdite di oltre il 3% per Mps , mentre scivola dell'1,76% la Popolare Milano. Resiste Mediobanca che avanza dello 0,96%.

Si raffreddano gli oil con Tenaris che è in rosso di oltre il 4%. Scivola di oltre tre punti Eni mentre crolla del 4% Saipem su cui Morgan Stanley ha ribadito il giudizio overweight. Tra gli altri energetici Enel scivola del 2,47%, Terna invece avanza dell'1,41% posizionandosi in cima al listino.

In retromarcia Fiat che scivola del 3,17% L'azienda del Lingotto ha comunicato oggi la nomina di Sergio Cravero al posto del dimissionario Luca De Meo.

Male anche il lusso con Luxottica che crolla del 6,28% e Bulgari che accusa cali superiori ai 5 punti percentuali.

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lunedì 12 gennaio 2009

Borsa: in chiusura prevalgono le vendite

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Si conclude in rosso la seduta per Piazza Affari, dopo un avvio dimesso e un'andamento della giornata non brillante.

La borsa milanese, infatti, ha mostrato incertezza fin dalle prime battute, questa mattina, per poi continuare in discesa e gettare definitivamente la spugna dopo il rosso di Wall Street, che ancora mostra gli indici a stelle e strisce in calo di oltre un punto mezzo percentuale.

Dal fronte valutario, l'euro conferma l'andamento debole mostrato in giornata nei confronti del biglietto verde, con il cross eur/usd a quota 1,3362 dollari.

Mentre non si arresta la frenata del prezzo del greggio. Il contratto di febbraio sul light crude è scivolato sin sotto la soglia dei 39 dollari al barile, scambiando esattamente a 38,04 usd/bar, in calo di oltre il 6%.

L'indice Mibtel archivia gli scambi con un ribasso dello 0,98% a 15527, l'S&P/Mib cede lo 0,91% scende sotto quota 20 mila punti a 19911, il Midex chiude con un -0,51% a 18062 punti. L'All-Star chiude gli scambi con un -0,46% a 8915 punti.

Nel principale listino molti titoli in rosso con un podio negativo per il titolo Stm che chiude a seduta in fondo al paniere perdendo il 4,98%. Le azioni della compagnia italo-francese sono state penalizzate dal dal "sell" assegnato dagli analisti di Ubs.

Freccia rossa per la maggior parte dei bancari con in testa Banco Popolare che cede oltre il 2%. Cali frazionali per Ubi e Unicredit. In controtendenza Intesa Sanpaolo Banca Pop di Milano che avanzano di circa mezzo punto percentuale.

Gelo sui petroliferi con Saipem che scivola di oltre due punti percentuali. In discesa anche la controllante Eni -2,34 e Tenaris -1,85%.

Tra i telefonici in lieve rialzo Telecom che avanza dello 0,44%.

Frenata brusca per la la Fiat che cede il 3,45% . Il titolo ha iniziato la discesa subito dopo la notizia prima diffusa dal sito Automotive News, poi confermata in un comunicato della stessa azienda , delle dimissioni di Luca De Meo che ha lasciato le diverse cariche nel gruppo.

I pochi rialzi sono giunti in scia a ricoperture su Unipol (+2,53%) e Buzzi (+1,44%)ed il difensivo Terna (+1,51%).

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venerdì 9 gennaio 2009

Mercati giù... nonostante i dati.

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Finale in forte ribasso per Piazza Affari che ha ampliato le perdite sul finale, complice il peggioramento di Wall Street, dopo un breve recupero nelle prime ore del pomeriggio.

I mercati statunitensi, infatti, dopo una partenza in cauto rialzo, galvanizzata dal dato migliore del previsto sul mercato del lavoro Usa (negativo ma... in linea con le aspettative), hanno intrapreso la via del ribasso trascinando anche Milano e le altre borse europee.

Sul mercato valutario, l'euro ha perso 2 figure (200 punti) portandosi a 1,35 dollari dopo gli 1,37 usd registrati prima della pubblicazione delle statistiche Usa.

In calo anche il petrolio che ha abbandonato quota 40 dollari al barile.

Tra gli indici milanesi, il Mibtel mostra una flessione dell'1,96% a 15.680 punti e lo S&PMib cede il 2,60% a 20.093 punti. Giù anche il Midex -0,74% a 18.154 punti mentre tiene l'AllStars con una plusvalenza dello 0,41% a 8.956 punti.

Domina la lettera tra i titoli guida, con le banche tra le peggiori: Unicredit e Intesa Sanpaolo accusano forti perdite mentre Ubi Banca e il Monte dei Paschi contengono il calo. Si conferma in controtrend il Banco Popolare così come la Popolare Milano che vanta un progresso frazionale dopo aver superato il 65% del capitale di Anima a seguito dell'OPA. Soffrono anche gli assicurativi, ad eccezione della tenuta di FonSai.

Giù i petroliferi con perdite consistenti per Saipem. Più moderata la discesa di Eni e Tenaris.

Tra i pochi titoli in positivo corre la Fiat che festeggia la promozione di Merrill Lynch.

Solide le costruzioni con Impregilo mentre non fa presa il cemento.

Nell'AllStars spumeggiante Brembo che ha acquistato il ramo d'azienda per la produzione e la commercializzazione di volani motore per l'industria automobilistica dalla società brasiliana Sawem Industrial Ltda.
Sottotono invece Interpump che ha annunciato il closing delle acquisizioni Oleodinamica Panni e Cover.

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giovedì 8 gennaio 2009

Borsa ...sulle montagne russe!




Piazza Affari riesce a trovare la strada del rialzo, sul finire degli scambi, mentre l'Europa resta debole in scia all'incertezza evidenziata da Wall Street.

A condizionare infatti i mercati statunitensi una serie di notizie negative giunte dal fronte societario, con i profit warning (Comunicazione price sensitive con la quale la societa' rivede al ribasso le previsioni sulla redditivita' precedentemente comunicate al mercato) lanciati ieri da alcune big americane. Non ha risollevato gli animi neanche il calo inferiore alle attese dei disoccupati Usa che hanno richiesto i sussidi. Il mercato infatti resta pessimista sulla situazione del settore lavorativo Usa dopo i pesanti dati di ieri sulla disoccupazione nel settore privato. Si attende domani il dato sul mercato del lavoro americano.

Sul mercato valutario, l'euro risulta sostenuto nei confronti del biglietto verde, con il cross eur/usd sopra la soglia degli 1,37 dollari.

In calo invece il petrolio che abbandona i 43 dollari al barile.

Il Mibtel chiude con un frazionale rialzo dello 0,22% a 15.993 punti mentre lo S&PMib sale timidamente dello 0,02% a 20.630 punti. Recupera anche il Midex +0,11% a 18.290 punti. Resta indietro l'All Stars -0,67% a 8.919 punti.

Contrastati i bancari con Unicredit che cede oltre 2 punti percentuali nel giorno in cui annunciato la nomina di Karl Guha alla carica di Chief Risk Officer. Debole anche Mps mentre passa positiva Intesa Sanpaolo. Si conferma tonica Ubi Banca con un balzo di circa il 2%. Tra gli assicurativi, FonSai segna una flessione del 4,30% dopo i guadagni delle prime sedute del 2009.

Tra i peggiori la STM che perde quasi il 3% sull'effetto warning lanciato ieri dall'americana Intel. Solide le costruzioni con Impregilo che vanta un progresso del 2,59% mentre nel cemento franano Buzzi e Italcementi.

Accelera la Fiat con un rialzo di oltre l'1% a fronte dell'intonazione dimessa delle altre auto europee.

Si accendono i petroliferi con molte richieste per Eni e la controllata Saipem. Tonica Tenaris.

Tra gli editoriali inchiostro verde per Mondadori e Seat. Non resta indietro Mediaset.

Lusso in affanno con Bulgari in calo del 3% circa. Recupera Luxottica +1,12%.




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mercoledì 7 gennaio 2009

Dopo la Befana... il carbone!


Piazza Affari, dopo i primi giorni dell'anno in cui le sedute sono state archiviate in territorio positivo, chiude quest'oggi sotto il segno delle vendite, a dispetto di una mattinata che l'aveva vista in cima all'Europa.Il movimento ribassista della borsa milanese ha avuto inizio prima dell'avvio delle contrattazioni americane con gli indici milanesi che hanno azzerato i guadagni della mattinata.Dal fronte valutario il cambio tra l'euro ed il dollaro è risalito a 1,3715 usd.

Il petrolio è in discesa libera a 45,33 dollari al barile. Le quotazioni del greggio sono crollate subito dopo la pubblicazione del dato macroeconomico settimanale sulle scorte di petrolio negli Stati Uniti che sono salite di 6,7 mln di barili.
A Milano, l'indice Mibtel chiude in calo dello 0,88% a 15.598 punti.
L'S&P/Mib archivia gli scambi con un calo dello 0,59% a 20.606 punti.
Il Midex cede lo 0,72% a 18.270 punti e l'All Stars flette dell'1,45% a quota 8.979.
Tra le blue chips in deciso calo Pirelli che scivola del 7,43% dopo il rally messo a segno nella giornata di ieri.
Giornata movimentata per i bancari, mentre si attende la finalizzazione del cosiddetto decreto salva banche. Brilla Banco Popolare che fa un balzo del 6,86% posizionandosi in cima al principale paniere segue UBI Banca con un incremento rispettivamente del 6,71%. I due istituti oggi al centro di indiscrezioni su un possibile matrimonio smentiscono ogni ipotesi di aggregazione. Mediobanca avanza dello 0,75% insieme ad Intesa San Paolo che avanza dello 0,74%.
Freccia rossa per Unicredit che cede il 2,49% e Banca MPS che flette del 2,68%.Torna alla ribalta
Seat Pagine Gialle che avanza del 4,32%.
Sugli scudi anche la STM, che avanza del 1,27%, in controdendenza rispetto al debole andamento del settore tech europeo.
Spegne il motore la Fiat che arretra frazionalmente, dopo che il settore europeo ha inserito la marcia chiudendo con un +1,36% sulla scia degli otitmi dati sulle immatricolazioni in Brasile.
Tornano a soffrire gli oil dopo il crollo delle quotazioni del greggio con Saipem e Tenaris che cedono rispettivamente il 3,86% e il 2,48%, mentre Eni arretra di un punto e mezzo circa. Tra gli altri energetici Enel cede l'1,43%, fa peggio Terna con il suo -3,89%

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martedì 6 gennaio 2009

La Befana in Borsa...




La Befana atterra a Milano con un sacco pieno di guadagni, in una giornata già iniziata e continuata sempre sulla scia degli acquisti .

I listini milanesi sono stati positivi durante tutta la seduta anche se la chiusura non è stata sui massimi di giornata, complici quei dati macroeconomici provenienti d'oltreoceano che hanno arrestato la corsa di una Wall Street, apertasi quest'oggi su una ritrovata fiducia, ma che ha dovuto fare i conti con quei dati congiunturali deludenti.

Scivolano gli ordini manifatturieri americani nel mese di novembre, al di sotto del consensus. Crollo anche per le vendite delle case pendenti statunitensi che sono risultate in calo ben al di sopra del previsto. Sorprende mostrandosi in salita, invece, nel mese di dicembre l'indice ISM non manifatturiero americano (che monitora l’andamento del settore servizi negli Stati Uniti), risultando migliore delle attese degli analisti.

Sul mercato valutario l'euro continua a scivolare nei confronti del biglietto verde. Il cambio tra la moneta di Eurolandia ed il dollaro si attesta a 1,3464.

Mentre è in salita il prezzo del greggio che si attesta a 49,24 dollari al barile anche se in giornata ha rivisto i 50 dollari in scia anche le tensioni mediorientali e la crisi del gas russo-ucraina che sta compromettendo anche le forniture di gas in Europa.

L'indice Mibtel archivia gli scambi con un rialzo del 2,09% a 16099, l'S&P/Mib con un + 2,3% a 20729, il Midex con un + 2,53% a 18402 punti. L'All-Star avanza del 2,32% a 9111 punti.

Nel principale paniere quasi tutto in verde brilla Pirelli che avanza del 22,1%.

Grandi protagoniste le banche , con l'accoppiata Mediobanca-Unicredit che resta sulla cresta dell'onda, in scia alle voci che si sono diffuse su una possibile aggregazione. Rumors che non trovano, peraltro, un fondamento e su cui Unicredit ha dichiarato che l'ipotesi non è allo studio. Le azioni di Piazzetta Cuccia balzano del 7,49%, mentre la banca milanese avanza del 4,45%. In luce anche Banco Popolare e Intesa Sanpaolo.

S'infiammano i petroliferi dopo il balzo del prezzo del greggio . Saipem schizza del 6,84%, seguita da Tenaris(+6,57%) e Eni(+0,85%).

Buona la performance di Finmeccanica, che sale del 3% dopo che ieri era messa in luce ieri per un giudizio di Goldman Sachs ed a seguito delle confortanti indicazioni giunte dal numero uno del colosso italiano della difesa.

Ingrana la marcia la Fiat che balza del 7,97%, proseguendo l'ottima performance tracciata la vigilia, a dispetto dei pessimi dati sulle vendite in Usa arrivati ieri sera per diversi produttori europei.

Buon Trading!

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venerdì 2 gennaio 2009

Borse, i numeri del 2008



Si è chiuso l'anno più nero nella storia delle Borse mondiali.

Il 2008 ha cancellato circa 4.000 miliardi di euro dai listini del Vecchio Continente e ha portato Piazza Affari a valere la metà rispetto a un anno fa: ecco la la fotografia del crollo dei mercati, travolti dalla crisi dei mutui subprime.

Piazza Affari, come detto, vale la metà rispetto a un anno fa, e appena un quarto (23,4%) del Pil, quando a fine 2007 era al 47,8% e nel 2000 valeva ben il 70% del Prodotto interno lordo. Da inizio anno l'indice Mib, il riferimento storico della Borsa Italiana, ha perso il 48,7%. Il Mibtel ha lasciato sul terreno il 48,5% e l'indice S&P/Mib ha ceduto il 49,5%.

Tra le grandi Borse mondiali hanno fatto peggio solo Amsterdam (-52%) e Shanghai (-65%). Nella fuga dalle azioni, a Piazza Affari hanno vissuto un vero e proprio boom le obbligazioni e i titoli di Stato, con scambi sul Mot in crescita del 18,2% nel corso dell'anno. Qui il controvalore complessivo ha raggiunto però appena i 175,9 miliardi di euro di scambi, rimanendo ancora ben lontano dagli scambi per 1.028 miliardi segnati dal comparto azionario.

La misura di un nervosismo ormai alle stelle può essere facilmente dedotta dal dato sulla volatilità dell'indice Mib, più che raddoppiata nell'anno, passando dal 12,5% del 2007 al 30,5% di fine 2008. E nell'altalena dei mercati, ottobre si è piazzato come il mese più volatile della storia del mercato italiano.

L'anno orribile si è chiuso con 300 società quotate a Piazza Affari, 336 includendo le internazionali, con una capitalizzazione complessiva di 372 miliardi di euro. Per il listino gli scambi risultano in tenuta relativa, con 69,2 milioni di contratti e in flessione del 4,6% rispetto al totale del 2007.
Il clima incerto non ha favorito le quotazioni: solo sette matricole di piccole e medie dimensioni hanno esordito sul listino, con una raccolta complessiva di appena 132 milioni di euro. Quattro debutti si sono registrati sul mercato Expandi e due sull'Mta (uno sullo Standard e uno sul segmento per le società di investimento, Mtf3). Infine una società è stata oggetto di offerta istituzionale sul Mac.

Più in generale a Piazza Affari sono stati raccolti 7,5 miliardi di euro nel corso di 15 operazioni di aumento di capitale. Mentre in 21 offerte pubbliche di acquisto (Opa) sono stati 'restituiti' agli azionisti 3,8 miliardi di euro.

Le altre Borse.

L'indice Dj Stoxx 600 è crollato del 46%: con l'eccezione della Grande Depressione degli anni '30, nei libri di storia non si ha traccia di una crisi con un impatto così devastante e duraturo sulle Borse mondiali come quella partita nell'estate di un anno fa con i mutui subprime negli Usa e propagatasi al mondo intero con il contagio all'economia reale e la recessione simultanea di Europa, Stati Uniti e Giappone. Lo dimostrano tutti i termometri dell'andamento delle Borse mondiali: sia l'indice globale Morgan Stanley World, sia il Morgan Stanley per l'area dell'Asia-Pacifico hanno ceduto il 43%. Si tratta, come per il Dj Stoxx 600, delle peggiori performance mai registrate da quando gli indicatori sono stati introdotti. A New York, occorre risalire agli anni '30, nel bel mezzo della Grande Depressione, per trovare l'unico risultato in grado di battere il disastroso -40% realizzato quest'anno dello S&P 500: era il 1931 e in quei 12 mesi l'indice arrivò a perdere il 47,2%. Lo S&P 500 scese per quasi tre anni, dal crollo di Wall Street del '29 fino alla metà del '32, perdendo complessivamente l'86,2%.

Per le Borse più importanti del globo questo 2008 da incubo - segnato da eventi inimmaginabili come il crac di Lehman Broters, la maxi-truffa dall'ex presidente del Nasdaq, Bernard Madoff, il massiccio intervento di Stati e Banche centrali a sostegno dell'economia - ha generato perdite comprese tra il -32% di Londra e l'oltre -60% degli indici cinesi.

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