Indici in picchiata, Volatilità alle stelle!
Le azioni di multinazionali ridotte nel giro di un paio di sedute al rango di penny stock (titoli da quattro soldi). Quanto avvenuto in questi mesi non ha precedenti sui mercati azionari. Ma qualcuno ci ha guadagnato.
Stiamo parlando delle piattaforme di trading online che, proprio nei mesi più drammatici della crisi, hanno avuto un consistente aumento di eseguiti. Rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso le transazioni su Webank Bpm salite del 40%, quelle su Intesa Sanpaolo del 42%; su Intesatrade del 20%; su Twice del 45%; su Click Options del 55%; su Directa del 14%; su Banca Sella del 19%; su Nuovi Investimenti del 15%; su Iwbank del 30%; su Ig Markets addirittura del 178%. Fineco, uno degli operatori leader nel mercato italiano, nei primi nove mesi dell'anno ha fatto 16 milioni di eseguiti per un controvalore di circa 218 miliardi di euro. Ad ottobre le operazioni (+50% rispetto al 2007) hanno fatto registrare picchi di 150 mila eseguiti al giorno.
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La volatilità di questi mesi ha attratto molti nuovi clienti... Ma chi sono questi nuovi trader online? Molti sono privati che, attratti dai prezzi stracciati delle azioni e delusi dai risultati dei fondi comuni hanno scelto di fare da sé.
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Quella di questi mesi è una situazione anomala in cui opportunità e rischi sono aunmentati in maniera esponenziale.
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È veramente possibile guadagnare con la super-volatilità? Chi ci guadagna in questa fase? Soprattutto «gli swing trader», cioè chi fa operazioni a breve cercando di prevedere i movimenti dei listini. Ad ottobre si è registrato un aumento notevole dell'operatività intraday, cioè di trader che aprono e chiudono posizioni nell'arco di una sola giornata. In coincidenza dei maxi rally, ci sono stati aumenti degli eseguiti anche del 100% in un singolo giorno.
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Ma come si può minimizzare i rischi e massimizzare le opportunità?
Il consiglio è quello di ridurre le proprie esposizioni e operare con cifre minori. Oggi si riesce ad ottenere le stesse per formance di un anno fa con un decimo di quanto investito. Fino a un anno fa era impensabile riuscire a guadagnare bene senza un investimento consistente.
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Ma non tutti però sono d'accordo. «Il mercato è impossibile da interpretare. Sfido a trovare una persona in grado di guadagnarci, al massimo si possono limitare le perdite» dice uno dei massimi esperti di Fineco una delle prime piattaforme di trading online in Italia. «Ad ottobre abbiamo avuto risultati da record, ma questo non ci fa essere ottimisti. Le conseguenze dell'estrema volatilità saranno pesantissime. Specie se il Governo continua a mantenere in vigore il divieto di fare "short selling". Dovrebbe essere una misura di emergenza, ma si è deciso di mantenerla in vigore. Una scelta scriteriata che ha fatto svuotare i book (i prospetti dove sono esposte le proposte di negoziazione) facendo incrementare ulteriormente la volatilità, invece che attenuarla.
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Lo short selling non è soltanto l'arma degli speculatori ma aiuta a compensare gli eccessi del mercato».
Lo stop allo "short selling" spinge i derivati Vendite allo scoperto appunto. Con lo stop i trader on line hanno perso uno strumento prezioso. Ma gli eseguiti non ne hanno sofferto anzi. Questo perché in molti hanno si sono spostati dal mercato azionario ad altri mercati dove il divieto non c'è... Le transazioni nel valutario, infatti, sono aumentate notevolmente.
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Ma è soprattutto sui derivati che si è spostata l'attenzione dei trader.
Borsa italiana Lse ha fatto registrare un picco di transazioni, soprattutto nei mesi caldi della crisi. Basta guardare i grafici per constatare la corsa ai derivati: il picco maggiore è intorno al 15 settembre, giorno dell'annuncio del crack Lehman Brothers. Il fallimento del colosso americano ha spinto gli investitori a coprirsi dai rischi investendo in derivati. Anche nel resto di settembre e per tutto il mese di ottobre il livello delle transazioni è rimasto molto alto. Ad ottobre sono stati negoziati 9,2 milioni di contratti (+17% sul 2007) secondo i dati di Borsa Italiana-London Stock Exchange. A questo ha contribuito lo stop alle vendite allo scoperto che ha spinto tanti trader a puntare sui derivati.
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Da strumento incomprensibile per le PMI italiane ad opportunità di investimeto per i trader?
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Vedremo!
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Cosa ne pensate?
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A presto!
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